L’INFLAZIONE OLTRE DANNEGGIARE IL POTERE DI ACQUISTO DELLE FAMIGLIE COLPIRA’ COSTO MUTUI E INVESTIMENTI FUNZIONALI ALLO SVILUPPO E L’OCCUPAZIONE DEL PAESE
Quello che paventavamo da tempo e cioè che l’inflazione galoppante avrebbe condizionato aspetti rilevanti nella nostra economia già disturbata da Pandemia e speculazioni su molte materie prime, sta mostrando tutti i suoi perniciosi effetti anche in assenza di decisioni delle Banche centrali di non implementare se non marginalmente il costo del denaro. Infatti dal 1°aprile 2021 i parametri funzionali a determinare i costi dei mutui quali l’Euribor e l’Irs sono in netta crescita. Ancora contenuta per i mutui a tasso variabile, di soli 10-15 punti a differenza di quelli più marcati per i mutui a tasso fisso in aumento di circa 100 punti. Ciò comporterà in media, per i mutui aumenti della rata mensile di circa 44 Euro e annualmente una spesa in più di circa 528 Euro. Ma c’è di più, perché gli aumenti inflattivi che stanno raggiungendo il 7% influiranno su altre importanti questioni: sui prestiti al consumo e sulle spese rateali, ma soprattutto e cosa assai grave, sulla capacità di spesa relativa agli investimenti sia privati che pubblici depotenziandone la capacità di acquisto. Prendiamo solo l’esempio del pacchetto investimenti PNRR pari a circa 230 MLD, con questo andamento inflattivo verrebbe depotenziato di circa 16-17 MLD attenuando, come peraltro avverrà sulla stessa totalità degli investimenti, diminuendo la capacità di incidere sullo sviluppo economico per una risposta seria e funzionale al nostro Paese, per il lavoro e l’occupazione in generale – sostiene Rosario Trefiletti Presidente dell’Associazione.