POSITIVA LA CHIUSURA DELLA QUESTIONE PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA. METTERE IN CAMPO IMMEDIATAMENTE MISURE DI CONTRASTO ALLA GRAVISSIMA CRISI CHE ATTANAGLIA IL PAESE
Al di là dei giudizi che si possono dare dei comportamenti poco edificanti del sistema politico, giudichiamo molto positivamente la chiusura dell’elezione del Capo dello Stato con la riconferma del Presidente Mattarella, peraltro da noi stimatissimo.
La cosa più importante è che con questo atto si possa mettere in campo, nei tempi più celeri possibili, un Governo che affronti in maniera molto più decisiva e concreta le questioni impellenti che il Paese ha di fronte: pandemia, turbamenti sul piano internazionale nonché la situazione economica caratterizzata da aumenti terrificanti dei prezzi di tutti i servizi ed i beni di mercato.
Abbiamo già denunciato, per quanto riguarda l’inflazione, certificata in maniera ancora non sufficiente dall’Istat, cosa sta comportando per le famiglie italiane e per il sistema produttivo la ricaduta dei costi delle materie prime soprattutto di quelle energetiche sulle famiglie.
Aggiornando i dati in nostro possesso, frutto di rilevazioni ed elaborazioni, si prospetta nel 2022 una stangata di oltre 2.700 euro a famiglia, solo per gas e luce di 1.470 euro. Se a ciò aggiungiamo il ventilato aumento del costo del denaro nei prossimi mesi, si comprende quanto questo dato possa essere ancora sottostimato in presenza di aumento oggettivo dei mutui e dei costi di investimento, necessari allo sviluppo economico e per implementare una occupazione già disastrata, soprattutto per le giovani generazioni.
Ma c’è di più, se non si dovessero fare i necessari interventi in maniera celere e concreta per contrastare tutto ciò, si può ipotizzare che il tasso di inflazione possa arrivare ad un 6/7% nel corso dell’anno (già ora calcolata al 4,2%).
Ciò non avrebbe solo una influenza decisamente negativa per il potere di acquisto delle famiglie ma metterebbe anche in discussione gli stessi valori del PNRR.
Infatti già i 232 miliardi dello stesso sono depotenziati con questa inflazione di circa 10 miliardi e, se le nostre previsioni si realizzassero, in mancanza di interventi si arriverebbe ad un depotenziamento di circa 15 miliardi.
Ecco perché la chiusura della questione Presidenza della Repubblica debba essere vista come mezzo di stabilità di un Governo che deve rispondere in maniera molto più costruttiva e concreta, di quanto fatto sin d’ora, a tale situazione, pena altrimenti un ulteriore aggravamento della crisi economica con conseguenze devastanti sul piano economico e sociale – sostiene Rosario Trefiletti – Presidente di Centro Consumatori Italia.