comunicati stampa

CALCOLO ESEMPLIFICATIVO DI SPECULAZIONE IN ATTO. IL CASO DEL CAFFE’ AL BAR

Basta con le speculazioni. Anche se le famiglie italiane sono abituate a soffrire aumenti di prezzo, il più delle volte totalmente ingiustificati, che hanno riguardato tutti i campi della nostra economia. Gravi speculazioni soprattutto per i prodotti di prima necessità e che hanno saccheggiato le tasche degli italiani di oltre 30 MLD annui di spesa in più rispetto a prima, riducendone il loro potere di acquisto e causando nel contempo un peggioramento della loro vita nel nostro Paese.

Ma non solo, ciò si è riverberato nella domanda di mercato contraendola e facendo ridurre, ad esempio, la produzione industriale e la domanda di mercato sul turismo.

Oggi siamo di fronte, anche se parliamo di un bene voluttuario e non di prima necessità come il caffè, a grida di allarme relativamente al suo costo che potrebbe arrivare a 2 euro a tazzina al bar.

Niente di più speculativo. Infatti: con l’attuale prezzo medio del caffè a 20,00 euro al kg si possono effettuare per la vendita al Bar, con l’utilizzo di 7 grammi a dose, circa 135 tazzine. Al netto di tutti gli altri costi (energia, personale, gestione ecc.) una singola tazzina che utilizza viene a costare circa 15 centesimi cadauna.

Con l’ipotesi di un aumento, anche se si parla di aumenti del 68%, noi vogliamo calcolare un aumento ipotetico del 100% della materia prima, un raddoppio quindi. In questo caso l’aumento giustificato dovrebbe attestarsi a 15 centesimi in più e non di 60-80 centesimi come viene sbandierato, sull’ attuale costo medio di 130-140 centesimi a caffè.

Su questo esempio se ne potrebbero fare tanti altri che descrivono un sistema speculativo che sta taglieggiando le famiglie italiane. Si intervenga al più presto da parte delle istituzioni preposte per porre fine a questo andamento che non fa solo male ai cittadini ma all’economia nel suo complesso – dichiara Rosario Trefiletti Presidente Centro Consumatori Italia.