CONTINUA DECRESCITA DEL POTERE DI ACQUISTO FAMIGLIE
Tra dati già accertati e quelli previsionali si profila un anno molto pesante, dopo quello terrificante del 2022, per le famiglie italiane. Infatti al tasso di inflazione dell’8,1% e uno previsionale del 6-7% per il 2023 il biennio configura una inflazione che inciderà pesantemente sul potere di acquisto, come denuncia anche l’ISTAT, per le famiglie italiane subissate da un tasso di inflazione nel biennio di circa il 15%.
È un dato incontrovertibile e che se abbinato alla perdita di acquisto dei salari di circa il 6-7% e del taglio della perequazione delle pensioni per circa 4 milioni di pensionati sta portando le famiglie italiane al collasso, soprattutto quelle in povertà ed a basso reddito. Ciò si traduce, sia nella corrosione del risparmio delle famiglie e sia per maggiori richieste di prestiti che ha raggiunto nel 2022 consistenze pari a circa 120 miliardi. Ed inoltre l’abbattimento in quantità degli acquisti dei beni di mercato e sia anche, cosa che mai si rammenta, sulla stessa qualità dei prodotti acquistati. Tutto ciò produrrà effetti negativi sia sulla distribuzione che la produzione di tali beni di mercato con chiusure certe e cassa integrazione in espansione.
Infatti i prezzi, che continuano inesauribilmente ad aumentare da un lato e la minore capacità di spesa producono effetti clamorosi che, in assenza di politiche attive del lavoro e di altri interventi appropriati, come la celere realizzazione del PNRR senza perdere tempo in chiacchere, non solo portano a peggioramento sostanziale delle condizioni di vita delle famiglie, ma anche a processi recessivi che influiranno molto negativamente su uno sviluppo economico necessario ed importante per il nostro Paese – sostiene Rosario Trefiletti Presidente CCI